A Scuola di calamari
Di Michele Prezioso
Sui calamari e sui metodi per insidiarli si sono spesi fiumi di inchiostro e, nonostante ciò, questa pesca rimane sempre avvolta da un alone di mistero; veri e propri “figli delle tenebre”, per la loro abitudine ad accostare in basso fondo durante il periodo notturno, se non si è a conoscenza delle tecniche adatte possono sembrare difficili da pescare. Ma non è così e con i consigli giusti, calamari compiacenti, il risultato è garantito.
Contrariamente a quanto si crede, i calamari sono presenti nelle nostre acque tutto l’anno. Però, le loro abitudini sono diverse a seconda delle stagioni, dei luoghi, della temperatura dell’acqua e dei tipi di fondale. La loro esistenza si svolge per la maggior parte del tempo sul fondo, anche a profondità abissali, dove stazionano mimetizzati, pronti a predare piccoli pesci. Durante la notte risalgono a quote minori in cerca di pesce foraggio di cui cibarsi. Nei periodi in cui l’acqua tende a freddarsi, dall’autunno a tutto l’inverno, si spostano anche nell’immediato sotto costa, dove è più facile insidiarli. Ma pescare i calamari è un’arte che si può praticare tanto di giorno che con i favori del buio ….
Di giorno …
Durante le ore di luce, le cadute delle secche e il fango misto a posidonia sono le zone più idonee per la ricerca dei cefalopodi. Le batimetriche che esploreremo partiranno dai 25 mt per arrivare fino agli 80; in questo habitat i calamari, che sono inesorabili predatori, amano cibarsi di gamberi, sugheri, menole, boghe e di tutti i piccoli pesci che frequentano quelle profondità. Un’attenta lettura dello scandaglio ci aiuterà a reperirli ai bordi delle secche in prossimità della mangianza tra il mezzo fondo e il fondo e saranno rappresentati, nell’ecogramma, come piccoli segmenti.
Un artificiale Seika di ultima generazione
Se ti trovo
Quando avremo rintracciato i “gommosi”, potremo insidiarli pescando in verticale, con la tecnica detta a “picchino” o a “cazzotto”, come si dice dalle nostre parti, tanto con lenza a mano che con la canna. Le esche più efficienti si possono reperire nella produzione di Yo-zuri, Seika, Yamashita, Duel e DTD, nelle colorazioni fluo e naturali, con misura dai 4 ai 7,5 cm. Questa pesca viene praticata nelle ore centrali di giorno e con luna piena la sera e la notte, meglio nei periodi da maggio a ottobre inoltrato.
Come fare
L’ azione di pesca consisterà nel calare le esche fino a toccare il fondo e, con un movimento ritmato, ogni 30 secondi tireremo su con velocità la lenza alzando il braccio (il cazzotto) e, recuperando ogni tanto un po’ di lenza, risaliremo fino a 10 metri dal fondo, per poi riscendere e iniziare da capo; l’aggressione del calamaro verrà avvertita con l’appesantirsi del calamento.
L’aggressione del calamaro sull’artificiale si avverte come un appesantimento e poi si percepiranno le pulsazioni del cefalopode che cerca di staccarsi.
Con un colpo deciso ma non violento, ferrato il calamaro, continueremo il recupero in maniera lenta e fluida fin sotto bordo, quando il guadino, poi, farà la sua parte. Accade spesso di fare catture multiple e allora il recupero dovrà essere ancora più attento per non perdere nessuna cattura, guadinando solo l’ultimo calamaro dopo aver imbarcato in fretta gli altri.
Non solo a mano
Se vorremo praticare la stessa tecnica, ma con la canna, ne sceglieremo una leggera, sui 3 metri, con un mulinello taglia 4000 caricato con un multi dello 0,19; la variante sarà il movimento che consisterà nel muovere su e giù la canna con il gioco di polso, recuperando qualche giro di manovella ad ogni azione.
Quando cala il sole
Quando la luna non c’è o è in fase calante o crescente, tanto alla sera che alle prime ore del mattino la traina si rivelerà una tecnica molto redditizia. La possibilità di percorrere ampi tratti di mare consentirà di avere maggiori probabilità di intercettare i branchetti di cefalopodi in attività predatoria. I fondali in cui opereremo saranno quelli tra i 5 ed i 20 metri e potremo trainare tanto a mano che con le canne.
Come dove e quando
La tecnica della traina offre le migliori opportunità di cattura nei mesi freddi, da ottobre a marzo, in cui l’accostata dei calamari è più forte, soprattutto lungo i frangiflutti dei porti, le scogliere sommerse a ridosso di baie e calette e lungo i moli, maggiormente se illuminati.
Le esche con le quali abbiamo sempre registrato un elevato numero di catture sono le serie di minnow sinking di ultima generazione, scegliendo i colori che si sono rilevati più catturanti, come quelli fluo e naturali, con la livrea simile al pesce foraggio presente in loco.
Una canna da spinning, anche del tipo telescopico, andrà benissimo per l’uso in traina
Se vogliamo trainare con le canne, ci procureremo degli attrezzi da spinning sui 3 metri con una potenza di 40-80 gr. su cui monteremo, in vetta, uno starlight per vedere meglio le tocche dei calamari, con un mulinello taglia 4000 con su almeno 100m di multi dello 0,16 ed il terminale armato come nelle figure. La velocità di traina sarà compresa tra il nodo e mezzo e i due e il recupero sarà lento, senza pompate energiche, e continuo, per non correre il rischio di perdere la preda per la rottura dei tentacoli.
Come ai vecchi tempi
Se si vuole provare il brivido di pescare a mano e sentire tra le dita gli attacchi del calamaro, basterà seguire le indicazioni riportate in figura per costruirsi una lenza semplice e catturante, a cui applicheremo sempre gli stessi artificiali per la traina con le canne.
Ecco come si presenta una micidiale lenza per la traina a mano
Più sono e meglio è
Con un po’ di esperienza sarà possibile mettere in pesca anche quattro calamenti contemporaneamente: due canne e due lenze a mano.
Lo schema, come quello nel disegno, consente di presentare alle prede più esche a più profondità e con assetti diversi tra loro (le lenze a mano lavorano in modo differente da quelle con la canna, moltiplicando le opportunità di cattura).
Durante la traina, le virate dovranno essere eseguite in modo molto uniforme e con raggio ampio, accostando dal lato dove le lenze sono più pesanti e aumentando un po’ i giri del motore per far alzare le esche dal fondo e farle stendere in modo uniforme.
I migliori artificiali da calamari
Per la pesca a traina | Per la pesca a “picchino “ |
Seika Minnow Squid, long e short | Seika Slim Squid |
Yo-Zury Tobi Maru 10, 5 e 13 cm | Seika Mini Squid Soft Silk |
Yanashita Pincess Maria 10 cm | Yamashita Allbrigt |
Yamashita Oppay | |
Yo-zuri “pescini” mod. a330, a 331, a 332 | |