di Davide Melis
Ci sono giornate, soprattutto in prossimità dei cambi di stagione o in alcuni tratti di mare che le correnti, a prescindere dallo stato del mare, possono rendere la pesca a traina con il vivo veramente complicata.
Situazioni difficili che a volte ci fanno deporre le armi e girare la prua verso casa.
Ma una delle caratteristiche dei pescatori è la perseveranza e si può porre rimedio o almeno provarci con qualche espediente che vedremo insieme.
Certo, non ci sono soluzioni miracolose ma c’è l’ingegno e la capacità di osare ed in genere la dea bendata premia gli audaci.
Vediamo qui di seguiti cosa fare
La corrente
In mare la corrente è l’equivalente del vento sulla terra.
E’ lo spostamento di grandi masse d’acqua a causa di molteplici motivi.
La marea è uno dei primi, soprattutto quando ci troviamo con le grandi maree, quando luna e sole sono allineati o la luna è più vicina alla terra.
O quando le differenze di temperatura provocano rimescolamenti dei vari strati d’acqua.
Se è vero che le correnti muovono grandi quantitativi di nutrienti è vero anche che per noi trainisti sono una vera croce.
Non solo molti pesci sono infastiditi dalle forti correnti, ma diventa difficile far lavorare correttamente i sistemi pescanti che soffrono l’attrito.
Le esche nuotano male, sbandierano, non lavorano alle quote dovute e a volte possono anche ingarbugliarsi.
Spesso ci si trova con correnti diverse lungo tutta la colonna d’acqua per temperatura e direzione … da mettersi le mani nei capelli.
Nella pesca invernale ai grandi sparidi, sopratutto usando i cefalopodi, che l’esca navighi in modo regolare in prossimità del fondo è importante
Proviamoci comunque
Quando la corrente si fa sentire, la parola d’ordine è “accorciare” !
L’unica è ridurre le lunghezze anche a pochi metri di pre-teminale aumentando il peso del guardiano.
Limitando la lunghezza si riducono le superfici esposte alla corrente e, malgrado l’incremento di zavorra, si mantiene il controllo dell’esca.
Soluzioni personalizzate
Una realizzazione semplice, anzi elementare, ma molto efficace
In alcuni casi, durante sessioni dedicate soprattutto agli sparidi di fondo, in presenza di forti correnti, abbiamo sentito l’esigenza di poggiare i piombi a terra per concludere al meglio l’ingaggio del pesce e quindi si è manifestata la necessità di rendere scorrevole la zavorra stessa in modo efficace.
L’ingegno ci ha portato a ricorrere addirittura ad un antitangle, ad un divergente da bolentino, montato a monte della girella che unisce il preterminale col terminale.
Abbiamo ottenuto così un timone ulteriore per il terminale ed uno scorrevole efficace per di più antigarbuglio .. e il pesce malgrado le fortissime correnti è venuto in barca …
Da provare..