Richiami irresistibili ……
di Michele Prezioso
La pasturazione è entrata a far parte in modo determinante di moltissime tecniche di pesca, da quella da terra al bolentino di basso e alto fondale fino al surf casting. Il brumeggio è una vera scienza esatta che coniuga la perfetta conoscenza delle abitudini dei pesci, il loro atteggiamento durante le fasi di frenesia alimentare e, soprattutto, una lunga esperienza relativamente alle sostanze gradite ai pesci.
In questo articolo ci interesseremo esclusivamente delle pasture più indicate per le uscite da terra mirate a reperire saraghi, orate, spigole e cefali, su fondali compresi tra i 2 e i 15 metri. Profondità appannaggio degli specchi portuali, degli antimurali e delle scogliere, di cui questi pesci sono assidui frequentatori.
Chi fa da se ….
In commercio esistono molti tipi di pasture pronte, ma ci soffermeremo sul più classico fai da te, nella convinzione che, oltre ad avere un ottimo valore didattico, imparare a fare le cose da soli ci mette nelle condizioni di essere sempre pronti ad affrontare ogni situazione; basterà avere sempre a disposizione una buona quantità di ingredienti base per avere una sufficiente scorta di “munizioni” in ogni momento.
Eccipienti e principi attivi

La preparazione della pastura è un’alchimia molto importante
Come in ogni “pozione” che si rispetti ogni ingrediente ha una sua precisa funzione, ma anche la procedura realizzativa ha la sua importanza; qui di seguito vedremo che ogni preparazione avrà una base fissa, lo sfarinato di pane belga, e sarà arricchita, di volta in volta, di sostanze odorose e di ulteriori componenti. In pratica il concetto è quello di adoperare il pane belga come eccipiente e come veicolo dell’elemento attrattivo che sarà, a seconda dei pesci insidiati, un componente diverso comunque fatto di pesce, crostacei ed altro. Successivamente nell’impasto entreranno in gioco elementi estranei agli ingredienti alimentari, come il sale grosso o qualche sasso. Il pane belga ha come caratteristica quella di disperdersi in acqua in modo “programmato” trasportando così la scia odorosa nella maniera migliore; il sale grosso avrà come compito, oltre l’appesantimento della pastura, anche quello di farla sgretolare meglio sul fondo. Insomma densità, peso specifico e “materiale alimentare” avranno lo scopo di realizzare una sorta di bomba ad orologeria che sprigioni le sue proprietà attrattive in punti e a profondità specifiche .

Anche i cefali sono molto sensibili alla pasturazione
Una ricetta per gli sparidi
Per gli sparidi in generale, le pasture da realizzare saranno sempre composte da una base di pane belga che aromatizzeremo con l’aggiunta di cozze o ricci tritati. Le quantità di riferimento per una sessione di pesca saranno circa due kg di sfarinato, tre di cozze o ricci, un kg di sale grosso. Con l’aggiunta di acqua realizzeremo un impasto, che dovrà essere morbido e modellabile con una consistenza proporzionale alla profondità da raggiungere.

L’aggiunta di cozze o ricci ben tritati è fortemente attrattivo per gli sparidi.
Per chi è alle prime armi, per evitare lunghe ore di prove per trovare la giusta densità, consigliamo l’uso di speciali calze biodegradabili, da riempire di pastura, con l’aggiunta di qualche sasso, tanto da appesantirle, per portare rapidamente il brumeggio sul fondo e tenerlo esattamente sotto la nostra postazione. E’ importante verificare che la pastura si disperda in acqua, durante la discesa, rilasciando una nuvola e una scia sapida; la nuvola attira la curiosità dei pesci, gli aromi ne stimolano la frenesia alimentare: ma assolutamente la granulometria del materiale rilasciato dovrà essere veramente piccola per non saziare i pesci.
Cefali&spigole

I cefali di taglia sono molto sospettosi e solo una buona pasturazione può farli entrare in frenesia rendendoli meno attenti all’inganno
Per attirare i sospettosissimi cefali e le spigole su una base di pane belga di due kg, impasteremo 3 kg di sarda macinata, la quantità di un bicchierino da caffè di olio di pesce e un kg di sale grosso. Controllando la quantità di acqua, modelleremo delle palle grosse quanto un arancia, e le lanceremo in prossimità del punto dove caleremo le lenze. Inutile dire che andrà verificata la velocità della corrente e la sua intensità per ottenere che la pastura funzioni in modo omogeneo e vi rimanga il più possibile. Individuato il settore di pesca manderemo a segno cinque palle, lanciate una dietro l’altra; poi ridurremo la quantità e la frequenza mantenendoci su lanci grandi come una noce ogni due cale, che potranno ulteriormente diradarsi se il pesce entra in pastura.
Da non dimenticare

Nella confezione della pastura il dosaggio dell’acqua è fondamentale perché ne determina la consistenza; la prova del nove di una realizzazione corretta è dimostrata dal fatto che le palle lanciate non si rompono all’impatto con l’acqua, ma affondano intere. Diversamente, se si disfano, i pesci si alzeranno dal fondo richiamati dal brumeggio e, dopo qualche timida tocca, si allontaneranno seguendo la scia di aromi in corrente. Per ottimizzare la durezza dell’impasto si può sostituire l’acqua con del latte a lunga conservazione, che ne aumenta anche la sapidità.
Pasture in commercio

I prodotti pronti sono un’ottima soluzione che può essere anhche la base per una pastura personalizzata
Gli sfarinati già confezionati, presenti in commercio, funzionano benissimo e la loro efficacia è eccellente; il pane belga è distribuito da molti marchi mentre per le nostre pasture riteniamo insostituibili il “Sarda Pro” di Tubertini, il “Semi Umida” sempre di Tubertini. Se poi vogliamo aggiungere oltre al richiamo olfattivo anche quello visivo, all’impasto potremo aggiungere, con molta moderazione, del colorante alimentare di colore rosso.