Magazine Traina col Vivo

Traina con il vivo: Big ricciole, pesci difficili ..

 

di Michele Prezioso

Arrivare alla cattura di una grande ricciola, non è sempre un fatto scontato.

Sono animali navigati che hanno schivato mille insidie e hanno fatto della scaltrezza la loro arma di sopravvivenza.

Averne ragione significa spesso riuscire a cogliere “segnali” invisibili che lo scenario di pesca ci propone.

Solo l’esperienza, un occhio attento e soprattutto il senso del pesce o, come spesso si dice, la capacità di pensare come un pesce, può portarci a catturare con frequenza.

La presenza occulta dei grandi predoni a volte è percepibile solo con l’attenta osservazione anche dei particolari all’apparenza più insignificanti.

Ad esempio una banale anomalia sullo stato delle esche vive, può farci capire e indurci a cambiare strategia di pesca, concretizzando lo strike.

 

A volte le grandi ricciole non degnano le esche, le seguono , le smusano, ma non le aggrediscono: lo stress per loro può essere fatale

 

L’inizio della storia

La vasca del vivo è piena all’inverosimile, lo spot è uno di quelli certificati, ma passaggio dopo passaggio non accade nulla.

Probabilmente i pesci non ci sono… allora meglio cambiare aria… anzi, acqua.

Si recuperano rapidamente le esche e si nota che queste sembrano stremate, quasi morte.

Un dubbio ci assale: e se avessero visto il predone ma il predone non ha visto loro o per qualche motivo le ha solo seguite a lungo senza attaccarle?

Una seppia o un calamaro che percepiscono una grande ricciola, iniziano ad agitarsi, a mettere in pratica azioni mimetiche mettendo in frenesia i cromatofori, a contrarre i muscoli nel tentativo di dissuadere l’attacco, con evoluzioni convulse che li portano allo sfinimento.

Anche i pesci esca non sono da meno e la sola presenza di un predatore in zona li rende iper-agitati, con un dispendio di energie enormi.

Questo però ci fa capire che la sotto, qualcuno c’è…

Finalmente la ricciola ha aggredito l’esca: ora ha inizio un gioco di forza ed astuzia, in cui il vincitore non è mai certo

 

Variazione di assetto

Bisogna modificare qualcosa, allora.

Si deve cambiare l’approccio allo spot, perché il sistema classico non ha funzionato; non siamo riusciti a convincere la ricciola o ad essere sufficientemente incisivi nel passaggio.

Non avrà visto l’esca?

O più semplicemente qualcosa l’ha insospettita …

 Aumenteremo la zavorra, e studieremo una passata facendosi portare dallo scarroccio nel più totale silenzio, perché anche i rumori di bordo, oltre a quelli del motore, si propagano e possono essere associati all’inganno.

 Siamo sul punto caldo, quando una trattenuta decisa che pare un incaglio piega la canna.

I secondi sembrano interminabili e la canna continua ad inarcarsi, il mulinello inizia a cedere filo lentamente come se “la bestia” non si fosse accorta di nulla.

Altri lunghissimi istanti e poi la fuga…!

E’ pesce !  E’ certamente lei, la regina! .

 Un pesce che quando è in stasi può decidere di “non vedere”, o meglio di ignorare un succulento boccone, fin quando questo non gli passa nel verso giusto.

Nulla a che vedere con quelle situazioni in cui caccia come un sommergibile d’assalto, nulla a che vedere con quei casi in cui questo carangide pattuglia il fondo e“spazzola” ogni cosa che si muova.

Ma la pesca, e quella alle ricciole soprattutto,  è anche questo.

Inventiva, improvvisazione e un pizzico di esperienza, applicate per avere ragione di un pesce tra i più complessi da capire e forse tra i più intelligenti

Un’emozione unica

Non avrà la potenza di un tonno, ma la forza e la strategia di difesa di una ricciola non hanno uguali.

 Specialmente quando si incontrano i grandi esemplari solitari che spesso cacciano sulle secche a largo, inseguendo i banchi di palamite.

 

Ecco  chiari  i segni di un aggressione da parte di una grande ricciola ad una palamita, del peso di circa 2kg abbondanti

Il combattimento dovrà essere meticoloso, i recuperi lenti ma energici, le pompate giuste ma fluide, lo spostamento della barca dovrà seguire e anticipare le sue mosse, per riuscire a girarle la testa non permettendogli di puntare con la facilità le rocce del fondo.

 

Una buona riossigenazione e poi via, di nuovo, verso la libertà ..

La grossa ricciola è un pesce che ha esperienza, e può regalarci emozioni intensissime, che diventano ancora più forti ed indelebili nei nostri ricordi se, con un rilascio, le concederemo l’onore delle armi.