Di Michele Prezioso
E’ il momento magico della traina di superficie…
Alletterati, palamite , lampughe , stelle e molti altri pelagici sono in piena attività di caccia nel sottoscosta prima di affrontare i rigori invernali che trascorreranno nelle profondità del mare aperto.
Insidiare queste prede è divertentissimo e, una volta individuati i branchi, le catture possono susseguirsi a raffica.
Ma può anche succedere che malgrado la presenza certa di prede gli attacchi non arrivino , che le prede improvvisamente non curino più le nostre esche o che non si riesca a tener testa agli strike e che si perda tempo prezioso e si perda il branco.
E l’esperienza che si acquisisce durante le esperienze agonistiche può giocare un ruolo importante per ottenere risultati molto interessanti.
Prima di tutto
Le esche sono alla base della riuscita delle pescate, ma un’esca non vale un’altra e sebbene siano tutte potenzialmente valide vanno seguiti precisi criteri di scelta.
Ciò che determina l’uso degli artificiali sono il foraggio presente e la luminosità della giornata.
Con belle giornate, chiare e soleggiate gli artificiali con colori classici e naturali andranno benissimo; quindi via libera a piume bianche e rosse che non superino i 7 cm ed a siliconici da 8, magari verdi e gialli, neri, bianchi e blu e naturali come sgombro e alice. Velocità ideale 3 nodi.
Se fosse coperto dovremo vivacizzare la situazione con colori sgargianti, come l’oro, il fuxia, il verde.
Anche l’uso dei pins in questa situazione è una soluzione indicata. Ancor più se affondati con piombi a sgancio rapido o meglio ancora con affondatori idrodinamici come gli stim.
Con i piccoli minnow andremo un po’ più veloci, senza però superare i 4 nodi.
In alcuni periodi, e nelle giornate buone, è possibile che nelle mangianze si possano trovare pesci diversi … una bella sorpresa !
Alle prime luci dell’alba …
Alle prime luci del giorno pescheremo a vista … seguendo berte e gabbiani.
Traineremo infatti nelle zone di mare dove è maggiore la possibilità di incontrare mangianze.
Al mattino il cambiamento di luce rappresenta l’innesco all’ attività dei pesci e non è difficile incontrare i gabbiani fermi in acqua ma nervosi, in attesa che i pesci aggallino.
E poi in un attimo le mangianze esplodono dappertutto. Pescheremo così a galla filando 4 lenze ad una quarantina di metri da poppa usando testine da 3 e 6 cm con colori a secondo del foraggio presente in zona.
In questa situazione di ricerca nella convulsione della frenesia alimentare arriveremo a trainare anche a 6 nodi.
E , beccato il primo pesce, non lo recupereremo, in modo da tenere in scia il resto del branco che lo seguirà.
Il recupero sarà deciso e rapido cercando di accorciare progressivamente la distanza delle esche per portare i pesci il più vicino possibile a poppa.
Cercando i pesci
Nelle ore centrali del giorno, l’attività a galla diminuisce progressivamente fino quasi ad azzerarsi, sebbene capiti di incocciare qualche sparuto solista, che non rappresenta però una regola .
Allora sarà necessario affondare le esche.
Gli affondatori idrodinamici sono una eccellente soluzione per cercare i pesci in profondità. Il loro uso necessita però di un po’ di pratica
Entreranno in gioco gli indispensabili affondatori idrodinamici, stim e dip, di cui abbiamo già parlato in un numero precedente .
Con un po’ di pratica utilizzando canne da traina robuste armate con multi da 30 lb potremo affondare fino a tre esche, due laterali ed una centrale; dando circa 30 mt di filo con gli stim arriveremo anche a 12 metri, mentre il dip può arrivare fino a 20. Esche consigliate pins e siliconici.
Trucchi&malizie
Le due alici sono state estratte da un pesce appena pescato. Importante quindi usare esche che somiglino alla mangianza presente, per colore e dimensioni
Riepiloghiamo qui di seguito, in modo schematico, una serie di attenzioni che dovremo mettere in campo quando ci dedicheremo alla traina di superficie.
Frizioni sempre strette, per concedere poco filo ai pesci e perdere meno tempo nel recuper.
Nylon in bobina per pesca a galla e multifibra per affondare steem e deep.
Nylon e frizioni strette per affondare con i piombi.
Ricordiamoci che insidieremo pesci in forte competizione tra loro e che vivono in branchi numerosissimi, pesci forti, tenaci e veloci.
Quindi non dovremo mai adoperare fili più sottili dello 0,35 in bobina, e occhio alle dentature in grado di usurare un filo in brevissimo tempo.
Realizzare piccole esche composite può fare la differenza. Questa in particolare, con un piccolo raglout , ha fatto la differenza
Per terminale useremo dal 28 f.c. al 43 f.c. con ami tipo mustad a gambo lungo (quelli da raglout).
I recuperi dovranno essere fatti a frizione chiusa, velocemente e virando per ottimizzare l’azione e tornare subito sul branco.
Se si vuole essere incisivi sul branco bisogna non perdere tempo nel recuperare le prede. Quindi è consigliabile accorciare le lenze man mano che si manifestano gli strike.
Verificata la preferenza dei pesci verso un’esca in particolare è bene metterne in acqua altre dello stesso colore, magari variando la dimensione per capire quale misura sia più gradita
Per ottimizzare i tempi è utile sostituire sui pins le ancorette con un mono amo, a gambo lungo.
Oltre a diminuire la manutenzione riusciremo a slamare le prede più facilmente senza correre il rischio di farci male. L’uso di un solo amo non penalizzerà le catture.
Questi pesci, soprattutto se di buona taglia sono molto forti e slamandoli si corre il rischio di ferirsi con gli ami
Usiamo per slamare sempre delle pinze a becco, in modo da essere ancora più veloce e sicuri.
Alla fine del terminale montiamo sempre una girellina ed un piccolo moschettone; non perderemo tempo nel cambiare le esche e usando i pins il nuoto ne sarà avvantaggiato.